-Nascita e sviluppo del sistema ferroviario in Palestina
-Primi contatti tra i ferrovieri arabi ed ebrei
-L’intervento del Partito Comunista di Palestina e la reazione sionista
-1925: apice dell’unità arabo – ebraica
-La scissione e la nascita del sindacato arabo
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Ferrovieri in Palestina 1919 – 25
A cavallo tra il XIX e il XX secolo, contemporaneamente alle prime ondate di immigrazione sionista dall’Europa, la Palestina controllata dall’Impero ottomano e poi dall’Inghilterra attraversò una fase di sviluppo capitalistico, rappresentato in maniera emblematica dal progressivo estendersi della rete ferroviaria.
Tra tutte le categorie di lavoratori, all’epoca fu proprio quella dei ferrovieri che vide le maggiori e più complesse dinamiche di interazione tra proletari ebrei e arabi. Per una serie di condizioni oggettive favorevoli, in questo settore il sogno dell’unità proletaria arabo-ebraica fu sempre presente, e alcune forze politiche internazionaliste, in particolare il Partito Comunista di Palestina (PCP), cercarono di realizzarlo assiduamente, soprattutto nei primi anni di attività.
Proprio per questo altrettanto decisa fu l’azione divisiva condotta tra i ferrovieri dal sionismo, che utilizzò tutti i mezzi a sua disposizione, da quelli coercitivi ai più subdoli, per mantenere la separazione etnica tra i lavoratori e relegare gli arabi in una posizione subalterna.
Quanto accaduto nel periodo di formazione del proletariato arabo – ebraico nelle ferrovie (1919 – 25) si può considerare un paradigma della storica contesa tra internazionalisti e sionisti che ebbe luogo in Palestina nella prima metà del Novecento, e che purtroppo si risolse a favore dei secondi, spalleggiati dall’imperialismo.
Per ulteriori approfondimenti vedi anche il documento “Dai kibbutz alla Nakba: sionismo laburista, movimento operaio e pulizia etnica della Palestina, 1906 – 48”.